Tutto e niente - Romanzi e vetrate di Vittorio Zanoni

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..Il mio prossimo romanzo.

Luca si guardava attorno. Tutto sembrava irreale.
Tante mani che stringevano la sua, parole di conforto; domande che nessuno aveva il coraggio di fare restavano sospese nell'aria.
Lui si sentiva soffocare .Un vento caldo,che veniva dal mare, gli impediva quasi di respirare.
Il prete benedì, con un gesto quasi meccanico, la bara che venne calata lentamente . La tomba di famiglia inghiottì Elena, la moglie di Luca.
Luisa,la sorella di Elena, si avvicinò al cognato: «Luca, devi riprenderti : ora devi pensare ad Alessia. Ti accompagno io in ospedale.»
Lui la seguì come spinto da un'energia passiva . Erano due notti che non riusciva a chiuder occhio. Aveva cercato conforto con ansiolitici ma il risultato era stato pessimo. L'idea di annegare i tormenti con dosi abbondanti di superalcolici si era dimostrata una devastazione.

Era arrivato a Cecina due giorni prima, allo spuntare dell'alba.
Ricordava con precisione la telefonata di Gianni ,il padre di Elena :
« Luca, corri subito giù» la voce del suocero non faceva prevedere nulla di buono : « E' successa una disgrazia : Elena ed Alessia hanno avuto un incidente nei pressi di Cecina».
Luca ebbe solo il coraggio di chiedere : « Alessia è morta ?» Il cuore correva all'impazzata.....non riusciva a deglutire.
«No, rispose Gianni. Mio cugino, maresciallo dei carabinieri di Cecina, mi ha assicurato che la bambina è in ospedale. Grave, ma viva.»
Il silenzio di Gianni cominciò a trasformarsi in un pianto struggente.
Angela ,la suocera di Luca, strappò il telefono dalle mani del marito :
« Elena è morta sul colpo» con freddezza proseguì : « Pensavamo che fossi morto anche tu. Alla guida dell'auto c'era un uomo»
Luca non aveva mai avuto un buon rapporto con la suocera ma, le parole di questa donna, avevano avuto il potere di trascinarlo in un buco nero. « Parto subito.» Non era riuscito a chiedere altro.
Si infilò sotto la doccia. Acqua fredda come per volersi risvegliare da un brutto sogno. Le lacrime si miscelavano all'acqua. Pensava alla sua piccola bimba. Alla sua tenera e splendida Alessia che , al mattino, gli aveva stampato un bacio sulla guancia.
L'aveva saluta e lei, si era aggrappata al suo collo : « Papi, non vedo l'ora che arrivi sabato. Tu verrai a Cecina e andremo subito al mare.»
'E ora',pensò Luca, 'sarà ancora viva o morirà sotto ai ferri ?'
Si rese conto di non aver pensato per un solo attimo a sua moglie Elena, la cui morte era certa.
Lo specchio rifletteva la sua immagine : 38 anni ben portati, un fisico atletico allenato. Occhi verdi ,capelli con qualche accenno al grigio e baffi biondi.
Nello studio di architettura, da lui gestito, non passava di certo inosservato agli occhi delle colleghe che, di certo non avrebbero disdegnato qualche attenzione particolare.
Preparò una borsa da viaggio e non dimenticò di infilarci il pupazzo di Alessia che, stranamente, aveva dimenticato a casa.
Era solito salire in macchina e mettere musica a volume elevato. Questa volta aveva bisogno di silenzio per poter ascoltare i suoi pensieri, le sue paure e le tante domande che cercava di mettere in fila.
Chi era l'uomo che guidava la macchina di Elena?
Di certo non uno sconosciuto ; conosceva troppo bene sua moglie e il suo spiccato senso di 'possesso' . La sua auto era esclusivamente una sua 'proprietà'. Nemmeno a lui era permesso usarla.
L'incidente era avvenuto alle due di notte.
Elena era abitudinaria . Arrivava nella casa paterna di Cecina, posteggiava la macchina in giardino e la lasciava ferma fino alla fine della vacanza. Usava lo scooter della sorella oppure le biciclette che lasciavano perennemente al mare.
Era combattuto nel pensiero : le immagini della moglie e della figlia si fondevano e confondevano.
Elena era stata la sua grande storia d'amore.
Era stata,per lui, una conquista alquanto complicata. Una storia nata quasi per caso sui banchi del liceo. Il padre di Elena era un militare di carriera; per caso era finito a Milano.
Elena aveva terminato il liceo e poi aveva seguito la famiglia a Firenze.
Luca seguiva il sogno di conquistare questa splendida ragazza ma sentiva che il destino era contro.
Obbligava, ogni estate, gli amici a seguirlo in campeggio a Cecina.
Lui doveva stare vicino alla sua 'amata' che trascorreva ogni estate nella casa di famiglia.
Finalmente lei cedette . Cominciò la loro grande storia d'amore, allietata dalla nascita della loro piccola Alessia.
L'amore per la figlia era il cemento che teneva unita la famiglia ma, negli ultimi due anni il loro rapporto si era trasformato.
Se agli occhi degli altri davano l'impressione di essere una famiglia felice, così non era nella realtà.
Non mancava la stima ed il rispetto, ma più passava il tempo si accorgevano, entrambi, di non avere più un traguardo comune.
Elena ,in particolar modo, identificava nel suo rapporto una candela che lentamente si stava consumando.
Luca, troppo preso dal lavoro, non riusciva a cogliere i messaggi che la moglie cercava di trasmettere giorno per giorno.
Lui seguiva Alessia nei compiti, portava fuori il cane... cercava di lavorare di più, di affrontare la crisi e cercare nuovi clienti. Si guardava alla specchio e si compiaceva di esser stato capace di poter offrire alla famiglia un buon tenore di vita.
Negli ultimi mesi Elena aveva cercato di affrontare il problema , ma Luca prendeva tempo. Ogni scusa era buona per evitare discorsi. Non temeva di perdere Elena, aveva il terrore della separazione . I suoi genitori avevano divorziato quando lui aveva dieci anni : la stessa età di sua figlia. Ricordava le domeniche passate al parco con il padre : una tristezza infinita. Le domande a raffica che doveva subire : « La mamma con chi esce...come si veste....chi viene a trovarla a casa..vedrai che la pagherà..lei mi ha buttato fuori di casa...bla..bla..bla..»
Tornato a casa Luca doveva affrontare il secondo tempo di questo strazio ma questa volta era la madre a compiere l'interrogatorio : « Dimmi cosa ti ha detto quel fallito di tuo padre...guarda come siamo costretti a vivere..bla..bla..bla»
Luca avrebbe voluto scomparire. Aveva solo dieci anni ed era costretto a sopportare un simile peso
Poteva mettere nelle stesse condizioni la sua piccola Alessia ?
Lui aveva evitato il tutto ma ,questo destino bastardo, aveva stravolto tutto.
Ora non avrebbe potuto parlare con Elena. Spazzata via in una notte d'estate. Quante parole non dette, quanti pensieri inespressi. Buio e morte.
Si affievoliva l'immagine della moglie e, prepotentemente rimbalzava il volto della sua piccola.
Luca guidava e ad alta voce gridava la sua disperazione : « Dio, ti prego, non farla morire.»
Il suono del cellulare . Era Luisa, la sorella di Elena : « Luca, nel peggio ho una buona notizia da darti : Alessia non è in pericolo di vita : ha diverse fratture ma non così gravi come si era pensato all'inizio. Elena è morta sul colpo, forse non si nemmeno accorta.»
Dopo una breve pausa Luisa proseguì il racconto : « Alla guida c'era il tuo amico Marco»
« Che cazzo stai dicendo ?» urlò Luca.
« Non parliamone ora» rispose Luisa ,cercando di mantenersi fredda e calma . « Non andare a Firenze dai miei genitori. Vieni a casa mia a Cecina. Ti aspetto. Cerca di essere forte : pensa a tua figlia. Ancora non sa della madre.»
Luca salutò la cognata e si infilò nella corsia di destra che portava all'autogrill.
La telefonata aveva avuto il potere di rilassare Luca, il pensiero era per Alessia : avrebbe rivisto il dolce sorriso di sua figlia. Di certo lo aspettava il tremendo compito di comunicarle la morte della madre.
Le parole di Luisa avevano aperto le porte a nuovi tormenti.
Marco : il suo amico avvocato. Lo aveva incontrato la mattina che moglie e figlia erano partite per il mare.
Marco era come al solito gioviale e comunicativo. Pronto per andare a trovare ,sulle Dolomiti, moglie e figli.
Luca continuava a porsi la stessa domanda : 'ma come poteva essere alla guida dell'auto di sua moglie ? Arrivavano da dove? Partivano per dove?


Un turbine di pensieri e nessuna risposta.
Luisa guidava nervosa. Luca pensava alla sua piccola. Ancora pochi chilometri e sarebbero arrivati in ospedale.
Il cellulare di Luisa squillò e Luca, la vide impallidire.
Lei accostò verso destra e fermò l'auto.
« Luca, tieniti forte. Mia ha appena telefonato il cugino di mio padre, il carabiniere.Dobbiamo andare immediatamente in caserma» Prima di proseguire, Luisa chiuse ,per un attimo gli occhi . Guardò Luca e riprese a parlare ma, le parole uscirono come un grido soffocato :.......
 
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