Valcuviaweb- La vetrina delle valli varesine.


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spalloni e bricolle

L'Italia a Nord confina con la Svizzera. Tale realtà geografica, nel passato alimentò uno scambio clandestino di merci in violazione delle leggi doganali e cioè di contrabbando, un'attività illecita molto antica. Infatti, nell'archivio dei Principi Borromeo dell'Isola Bella di Stresa (VB), ci sono documenti sugli "sfrosadori" (contrabbandieri) che risalgono al 500. La stessa letteratura spesso si è fatta affascinare dai contrabbandieri. Lo testimonia, tra l'altro, la famosa novella "Carmen" di Prosper Merimée, scritta nel 1845 ed "immortalata" da Bizet nella sua famosa omonima opera lirica.
Nel secolo scorso il contrabbando con la Confederazione Elvetica si sviluppò in particolare nel Ticino (il saliente Svizzero che s'incunea nel nostro territorio) e sul versante italiano interessò i piacevoli piccoli centri abitati della fascia confinaria. Per la popolazione di questa zona, il contrabbando (del quale qui non si vuol fare l'apologia) era spesso l'unica alternativa alla mancanza di lavoro ed alla scarsità di terreno coltivabile. Il linguaggio dei contrabbandieri era molto caratteristico. Le parole più usate erano:
"spallone", quello che trasportava sulle spalle, per valli e montagne, una "bricolla" e cioè un pacco confezionato come uno zaino, dal peso di circa 40 kg, contenente merce di contrabbando.
Gli spalloni erano organizzati in "grùpp" (gruppi) guidati da un capo ed erano al servizio di un impresario; il finanziatore delle spedizioni che guadagnava più di tutti. In linea di massima nelle bricolle di provenienza svizzera, si trasportava: "ossa di morto" (zucchero), "foglia di Lugano" (tabacco e sigarette), "coniglio bianco" (saccarina) ed altri prodotti che, in determinati periodi, sul mercato italiano o erano introvabili od avevano un prezzo maggiore. È il caso dei dadi per brodo, caffè, cioccolato ed altro. Gli spalloni, in modo sostanziale, conducevano una vita pericolosa e dura. Difatti, per un guadagno piuttosto modesto rischiavano la galera ed erano costretti ad attraversare di notte e carichi come muli, intere catene montuose, spesso innevate e con il costante pericolo di valanghe o di incontri con i "Canarini" (Militari del Corpo della Guardia di Finanza) loro "cacciatori ". C'era anche il rischio di incrociare rapinatori o falsi "Canarini" che così travestiti li costringevano a mollare il carico e scappare, come qualche volta avveniva quando si imbattevano in quelli veri. All'inizio del 1900 le organizzazioni dei contrabbandieri ebbero l'idea di fare uso di "cani spalloni". Questi allevati in Italia con abbondante cibo, venivano poi portati in Svizzera seguendo itinerari poco conosciuti ma fatti ben memorizzare alle bestie. Nella Confederazione i cani erano tenuti digiuni o poveramente alimentati.
Dopo qualche giorno, caricati di merce su appositi "bastini", venivano messi in libertà. Le bestiole affamate, si lanciavano di corsa verso la località dove ricordavano che c'era abbondante cibo e così portavano in Italia il loro carico. L'impiego dei cani finì quasi completamente allorché la linea di confine fu protetta con una rete. Il coinvolgimento dell'amico dell'uomo nel contrabbando, è solo uno dei tanti fantasiosi espedienti.
Infatti, nel novembre del 1948, a Porlezza (Como) fu sequestrato un piccolo sommergibile, di fattura artigianale locale che per alcuni mesi viaggiando sott'acqua aveva trasportato tra la sponda italiana e quella svizzera del lago Ceresio, circa 300 kg di merce per ogni viaggio. All'epoca il contrabbando non era a senso unico e cioè Svizzera-Italia, ma anche al contrario. Nella Confederazione si "esportava", in linea di massima, riso, carne ed alcolici.
Le Stazioni dei Carabinieri delle valli vicine al confine, non sviluppavano in modo specifico un'azione di contrasto a tali "traffici ", ma svolgevano solo una preziosa attività di osservazione e di informazione. Nondimeno spesso dovevano intervenire perché il contrabbando originava furti, rapine, violenza sulle persone oppure assumeva aspetti pericolosi per la sicurezza pubblica. Talvolta i Benemeriti durante i servizi di controllo del territorio bloccavano spalloni con bricolle od automezzi "imbottiti" di sigarette, zucchero, caffè ed altro. Per questi motivi nelle Caserme dell'Arma, c'era sempre un magazzino, scherzosamente chiamato: "deposito bricolle" dove veniva temporaneamente custodita la merce sequestrata in attesa degli sviluppi giudiziari.
Ai nostri giorni, questo contrabbando "rustico" e semplice, fatto di spalloni, bricolle, cani contrabbandieri e sommergibili lacustri di realizzazione "casereccia ", è sparito. Il suo posto è stato preso da grosse organizzazioni criminali, che dispongono anche di aerei, navi, ecc. e spesso la merce per eccellenza è sciaguratamente la droga. Ormai gli spalloni, ridotti a manichini, li possiamo trovare solo nel museo del contrabbando di Staffa di Macugnaga (VB) ed in quello delle Dogane Svizzere di Gandria (Cantone Ticino).
Invece a Gondo, un paesino svizzero vicino alla nostra frontiera ed in prossimità della strada fatta costruire da Napoleone per collegare il Vallese all'Italia, è stato eretto un bel monumento in bronzo dedicato al leggendario spallone il quale, evidentemente, è entrato nella àdi confine.


Articolo di Andrea Castellano
www.assocarabinieri.it

spalloni

Questo spazio è dedicato a chi ha vecchie storie di padri e di nonni da raccontare.
Un tassello di memoria storica delle nostre radici






Un ringraziamento particolare al Sig. Umberto Di Donato. Vi consiglio di visitare il suo sito : www.umbertodidonato.org
Finanziere nel 1956 in Val d'oltrona.

Vi invito a leggere una pagina del suo libro : Il tasto magico














Davide van de sfroos

Davide Van de sfroos


Davide Bernasconi in arte Davide Van de sfroos (vanno di sfrodo ) è il maggiore interprete di storie legate alle realtà di un tempo e di un territorio.
Poeta e musicista si emoziona nel raccontare e cantare le sue storie.
Quello che canta è racconta arriva, a chi lo ascolta, moltiplicato per mille.

Per conoscerlo, per saperne di più , ecco un sito da non perdere .

www.cauboi.it


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